— Pur ti trovo. — Pur giungi. — Io piansi mesto
L’amara tua partita, e su latino
138Non vil plettro il mio duol fu manifesto.
— Io di quassù l’intesi, o pellegrino
Canoro spirto; e desiai che ratto
141Fosse il vol che dovea farti divino.
— Anzi tempo, lo vedi, fu disfatto
Laggiù il mio frale. — Il veggo, e nondimeno
144“Qual di te lungo qui aspettar s’è fatto?„
Così confusi l’un dell’altro in seno,
E alternando il parlar, spinser le piume
147Là dove fa la lira il ciel sereno;
D’Orfeo la lira, che il paterno nume
D’auree stelle ingemmò; mentre volgea
150Sanguinosa la testa il tracio fiume:
E, misera Euridice, ancor dicea
L’anima fuggitiva, ed Euridice,
153Euridice, la ripa rispondea.
Conversa in astro quella cetra elice
Sì dolci suoni ancor, che la dannata
156Gente gli udendo si faría felice.