Ma di rincontro folgorando i sui
Tabernacoli d’oro apriagli il sole;
75E Vieni, ei pur dicea, resta con nui.
Io son la mente della terrea mole,
Io la vita ti diedi, io la favilla
78Che in te trasfuse la giapezia prole.
Rendimi dunque l’immortal scintilla
Che tua salma animò; nelle regali
81Tende rientra del tuo padre e brilla.
D’italo nome troverai qui tali
Che dell’uman sapere archimandriti
84Al tuo pronto intelletto impennàr l’ali;
Colui che strinse ne’ suoi specchi arditi
Di mia luce gli strali e fe’ parere
87Cari a Marcello di Sicilia i liti;
Primo quadrò la curva del cadere
De’ projetti creata, e primo vide
90Il contener delle contente sfere.
Seco è il calabro antico, che precide
Alle mie rote il giro e del mio figlio
93La sognata caduta ancor deride.