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ed energico lamento sui guai della sua terra; imitazione felicissima, che il moderno poeta ha saputo ritrarre dal tanto decantato episodio di Sordello. E chi fia mai di così agghiacciati spiriti che non sentasi del tutto commovere dalle vivacissime descrizioni di que’ tanti flagelli onde fu la bella patria nostra desolata a que’ tempi? E chi non fia dolcemente distratto dalla bella digressione sui varj effetti della divina virtù che informa le create cose, la quale rammenta alcuni de’ più felici pezzi del paradiso dantesco: o dal soavissimo episodio sulla tomba del Parini, che alla ingenuità dell’Idillio accoppia la tenerezza e la nobiltà dell’Elegia? Franchi tratti e decisi che al vero ti presentano gli oggetti, forti concetti e squisita scelta d’immagini e di colori tolti dalla natura o desunte dalle medesime sensazioni dell’anima, sono il pittorico linguaggio che massimamente distingue la poesia montiana or epica, or tragica, or lirica, or patetica e persino drammatica e satirica; ma pur sempre abbandonata a così precipitosi slanci, che bene a ragione soleva dire il Parini, sublimarsi il Monti tanto alto che minacciava ognor di cadere e non cadeva mai. Da tutte le quali cose risulta essere quella un’aggraziata imitazione unica nel suo genere, della robusta e sempre personificata poesia di