versazione prendeva grande diletto più che se ragionato avesse con grandi uomini. Così, senza accorgersene, entrò nella via di che Dio gli aveva segnato, cioè cominciò a essere educatore dei bambini, e specialmente di quelli del popolo; e al 1861, appena fatta l’Italia, quando si fu sentita la necessità di cominciare anche a fare gli’Italiani, si mise ad opera per cui Napoli lo ricorderà sempre con gratitudine, quella di fondare gli asili infantili. Fondatili, intese costantemente a farli crescere di numero e prosperare, faticando molto e profondendo buona parte delle sue sostanze. Spendeva la giornata per invigilarli, andando attorno ad un capo all’altro di Napoli: invigilava quelle creature con l’occhio e, quand’era lontano, col pensiero. Sono a scuola i bambini, mangiano, saltano in giardino, cantano, pregano; c’è Alfonso; e se manca, perchè occupato in altre faccende, c’è col cuore. Cercò l’arte sua e l’amore suo comunicare ai maestri e alle maestre, dicendo a essi i modi d’insegnare e di educare più facili; e trovò lui stesso un metodo più espedito per la lettura; e mise in opera tutto ciò che di buono appreso avea leggendo i principali libri di educazione, o visto ne’ suoi viaggi per l’Italia, la Svizzera, la Francia, l’Inghilterra. E non era mai stanco: e, come all’artista la sua opera, gli asili gli pareano sempre imperfetti; e se ne vedea alcuno buono, lo voleva migliore. Napoli non tardò a sentire il benefizio di questa carità operosa d’Alfonso; perchè non vide più, come per lo innanzi, frotte di laceri fanciulli spar-