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gore esuberante, e i petali, per la fenditura, in basso, formano un bitorzolo bianco come son bianchi gli organi generativi non più nascosti, e in alto i petali sorgono pieni di colore e di sangue, e quelli esterni si chinano e soggiacciono quasi alla stanchezza di una fatica, grande e gioconda; quando da tutta quell’intima complessione tenera e viva sgorga il profumo intenso che non cesserà nella morte, oh allora è mirabile il fiore del desiderio ardente, dell’amore cupido e della voluttà!

....Ebbene, da quel giorno, spesso Ortensia si mise, insieme, due o tre garofani sul petto; e da quel giorno il garofano perdè ai miei occhi ogni espressione sensuale, e mi parve più bello.

X.

— Ho promesso e mantengo! — proclamò l’ingegner Roveni. — Domani si va alle Grotte.

Lo ricompensò un clamore di grida gioiose; e subito le ragazze furono intorno a me per costringermi ad andar con loro.

Anna Melvi urlava:

— Chi fa l’istanza? chi ci è più interessata? — e sospingeva Marcella, timida e ridente in quel suo modo per cui stringeva un po’ le ciglia e velava con le palpebre gli occhi soavi.

Inanimita, Marcella pregò:

— Andiamo, Sivori!: sia buono! Se non verrà anche lei, la mamma non ci lascerà andare.

E la Melvi: