Pagina:In faccia al destino Adolfo Albertazzi.djvu/82


— 80 —

è alto e giallo, i papaveri e i fiordalisi, là in mezzo, non son belli forse?

Non era il fiordaliso che io ammiravo di più, un tempo....

— La rosa! — gridò Mino con l’entusiasmo di una scoperta indubitabile.

Via! Ortensia non poteva ammettere che il fiore che più piace a tutti, più piacesse a me.

— La rosa thea?

Dissi:

— Anche le thea hanno le spine....

Con alacre pensiero, cogliendo le immagini più vive che le venivano alla mente, Ortensia proseguì:

— La camelia? È stupida! II mughetto? Sì, è grazioso...., ma poi! I tulipani? l’ireos? No, no, non credo. Il tuberoso? Niente di straordinario! Le viole? Peggio!; le viole mammole le han fatte diventar noiose a scuola, con la storia della modestia; le viole del pensiero io non le posso soffrire! Dopo l’ortensia, la viola del pensiero è il fiore più antipatico per me. Ortensia!: potevano ben mettermi un altro nome!

— Il geranio è bello — disse Mino.

— Sta zitto, tu! L’orchidea?... — continuava l’altra. — Ma lo dica, una volta! Il garofano?

Assentii.

Mino gridò: — È brutto!

Ma Ortensia riflettè un istante; e poscia:

— È vero; è molto bello il garofano!

Quanti anni eran passati da quando il mondo a me pareva bello anche nei fiori, e il garofano il più bel fiore?

Rividi nella memoria il mio paese nativo, ai dì di festa; mia madre.... Era molto bello il garofano rosso; il fiore del popolo: fiore della