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— Finalmente Valdigorgo ti fa bene anche a te — mi diceva. — Bada che sino alla, prima neve non si parte di qua: nessuno!

Negli occhi e nei modi d’Eugenia io notavo invece il dubbio che mi facessi forza a stento.

Talvolta il cuore intende meglio dell’ingegno.

Al consueto luogo, nel giardino, colsi una di quelle occhiate per dirle:

— Claudio ha ragione: sto meglio. Quest’aria fa bene non solo a voi; ed ero forse più esaurito, più debole di voi, io!

Eugenia scosse il capo, e arrossendo lievemente:

— Voi — disse — non siete debole. Ora vi dominate per non affliggerci.

— Perchè pensate così? — domandai io con impeto. — Che cosa pensate, che cosa avete pensato di me? Voglio saperlo! Non temete di svelarmi tutto il vostro pensiero, se davvero credete che io non sia debole.... Vi prometto che non torneremo mai più su quest’argomento.

— Dirvi quel che penso? quel che ho pensato di voi? Ecco: i primi giorni ch’eravate qua dubitavo soffriste per una passione.

— Una passione d’amore? — feci ridendo.

— Sì — rispose senza ridere. — Non ci sarebbe stato da meravigliarsene; nulla di strano.

Ma presto capii che il vostro male era molto più grave.

— Perchè?

— Una passione.... — esitava; indi risoluta: — forse me l’avreste confidata o, almeno, non avreste tentato di nasconderla così, a noi, a me. Il vostro male doveva essere molto più grande, perchè avevate timone che io e Claudio ce ne