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dio, dai clienti: chi mi cerca, chi mi sfugge....
Paga questo; licenzia quest’altro.... E voi, come se nulla fosse, la lana? la trottola?
Ma poi egli trae di tasca il cartoccino della lana e lo getta alle ragazze; mentre parla a me:
— E tu hai scoperto finalmente la quadratura del circolo?
Rispondo: — Eureka! — quando già le ragazze strillano:
— Dio! che lana!
— Che colore! Cos’hai fatto, babbo? Ma il campione?
— Il campione! il campione! — brontola il padre. — Dunque non ci ho colto?...
— Un orrore!
— Eh.... se l’avessi avuto, il campione!...
— Te l’ho dato!
— Te l’abbiamo involto in un pezzo di giornale. Lo mettesti nel gilet!
— Sì! E io sono corso dal negoziante, prima di partire. «Mi vuole della lana così....» Se non che il campione non si trova. Fuori tutte le tasche; cerca tra le carte, sul banco, sotto il banco, per la strada: irreperibile! Non importa: «mi dia della lana verde per pantofole.... da regalarmi nel mio onomastico....»
Altro grido delle ragazze: — No! Non è vero! Tuttavia, rifacendo la scena, prosegue egli:
— «Di verdi, signore, ce ne sono molti....»
«Bene, me li mostri....» Che volete? Io mi ricordavo tanto bene il tono della voce di Marcella quando mi disse «un verde così», che ho scelto tra le matasse a colpo sicuro.
— Vergogna!
— Cattivo!