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tutta la persona di lei esprimeva giovinezza lieta, e solo gioia e grazie ignare. Nondimeno allorchè ella cessò il ballo e venne a me, io le dissi con intenzione maligna:
— Bel giovane, Roveni....
Oh! essa non si turbò per nulla! Rise domandando: — Lo dice a me?
— A chi dovrei dirlo, piuttosto?
— Ad Anna.
— E due! — esclamai persuaso che Ortensia intendesse svelarmi in Anna e nell’ingegnere il secondo paio d’innamorati.
Appunto allora Roveni, il quale conversava e scherzava ugualmente con le vecchie e con le giovani, lasciava la Melvi madre e la Learchi, e come avrebbe parlato a qualsiasi altra delle ragazze domandò a Ortensia: — Sarà lei che farà ballare il dottor Sivori? — Ma Ortensia non fece in tempo a rispondergli, perchè Anna si staccò d’un tratto da Pieruccio, lo piantò e si porse a Roveni; e via.
Pieruccio rimase intontito là dove l’aveva lasciato Anna; con quegli occhi bovini rivolti verso di noi, anzi verso Ortensia. A questa susurrai, col solito sarcasmo:
— Quell’infelice soffre; e si direbbe che soffre per te.
— No — ella rispose — soffre per il colletto. — L’alto e rigido colletto l’attanagliava infatti; l’affogava.
In questo mentre la Melvi accresceva l’esitazione di Roveni e l’induceva a stringerla più forte mancando al tempo o cadendo in contrattempi: gli s’abbandonava affaticata e liberava una