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persona che avrebbe dovuto essere del mio amore.

Ma la voce, quella voce ancora una volta sarebbe mia! mie le ultime parole! mio l’ultimo sospiro!

Ecco.... Le pupille si rianimavano; le labbra livide si muovevano.

— Lasciatemi solo — dissi.

Anche Eugenia s’alzò....

Con viso senza lagrime, con espressione dura, imperiosa, sua madre venne a me e toccandomi al braccio:

— Una parola.... sia per Dio.

Ah la religione sarebbe più spietata della morte? Per Dio sarebbe l’ultima parola d’Ortensia; non per me!

— Carlo....; il tuo Carlo — dicevo, col viso al viso di lei.

A un tratto la morente fu scossa in tutto il corpo: il viso, che aveva già una dolcezza di mortale riposo, si contrasse; gli occhi, che parevano già spenti, espressero un terrore, uno spavento di follia. Sollevò una mano, gridò:

— Roveni là.... Roveni!... Senti, Carlo! Dice: fermati.... se no.... t’ammazzo.... Ah senti? dice: Non devi sposarlo.... l’amante di tua.... Assassino! Menzogna! assassino! Carlo!... Mamma.... aiuto! Carlo!

Ricadde; e Eugenia, rientrando, s’abbattè ancora in ginocchio presso il letto con le mani giunte, ma gli occhi al Cielo.

Un prete s’avanzava....

Io sentivo il polso sempre più debole e vedevo il volto cereo contratto dalla convulsione riprendere quell’espressione di dolcezza. Fra poco sarebbe morta e non sarebbe diversa a vederla. Ep-