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Di chi poteva essere il telegramma? Di Ortensia? di Moser? perchè? quale disgrazia?

L’ebbi finalmente; diceva:

Coraggio vieni subito — Claudio.

Come un baleno in una notte buia, nelle tenebre della mia mente corse l’idea che la vendetta di Roveni era compiuta!

E non c’era più un treno in partenza per Bologna! Trovammo un cavallo che andasse un po’ più forte che quello del Biondo....

....Di quel viaggio eterno mi restano nella memoria sensazioni piuttosto che pensieri.

Pareva che il galoppo del cavallo mi si ripercotesse nel cervello e un’eco continua l’accompagnasse: — Roveni, Roveni, Roveni....

....Morta? Se Ortensia, al mio arrivo, fosse morta?

A lunghi tratti la povera bestia che mi trasportava, cessava il galoppo nonostante le frustate, per rifiatare. Io, similmente interrompevo l’angoscia per sperare.

Nell’apprensione esagerata del pericolo, quale si fosse, senza dubbio Claudio non aveva compreso che terribile cosa potrebbe significare quella sua parola coraggio! Raccomandava coraggio a me lui, suo padre! quasi ci minacciasse una sventura più crudele per me che per lui, suo padre! Non era possibile!...

Roveni, Roveni, Roveni....

Morta?

Provavo la sensazione d’un sogno in cui, per sfuggire a un pericolo enorme, si corre, si corre, e un abisso vi si apre improvvisamente dinanzi, e bisogna precipitarvi.

Ricordo anche l’urlo di un birocciaio che a