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prima del solito. Mentre io cenavo il vecchio veniva sempre a farmi compagnia. Quella sera però egli taceva, e invano cercava un pizzico nella tabacchiera.

A un tratto mi diresse uno sguardo di sottecchi e contemporaneamente una domanda, che mi fece ridere!

— Me lo sa dire lei perchè il Signore non m’ha dato un figlio?

In verità io non potevo sapere quel che ignoravano lui e la Rita!

Ma egli non attese alla celia, e adagio adagio, come soleva, mi disse che se il Signore non gli aveva dato un figlio poteva ben dargli un figlioccio; e che un figlioccio sperava d’averlo se il primo figlio che mi nascerebbe glielo lascerei tenere al battesimo. Fui per rispondere: è un onore!; perchè mio figlio o mia figlia (egli si contentava anche di una figlioccia) non avrebbe potuto desiderare per santolo un galantuomo più galantuomo del Biondo. Parve invece che troppo onore fosse concesso a lui e che egli avesse studiato il modo di meritarlo. Riprese a dire che non poteva dimenticarsi dei miei vecchi, da cui aveva ricevuto del bene; e che io e lui eravamo senza parenti degni, e che la sua donna aveva quel tal nipote sciupone e vizioso; e la sua donna poteva chiamare erede anche il nipote se così le piaceva; e che lui, a sua volta, nominerebbe erede chi più gli piacerebbe. In sostanza, il podere che era stato dei miei vecchi potrebbe tornar proprietà della mia famiglia e dei miei discendenti.

— Dipende da lei — concluse il Biondo, tabaccando senza tabacco fra le dita.

Io gli espressi la mia gratitudine scherzando ancora.

— Ah! dipende da me? Dunque se tu non ne hai avuti dei figlioli....

Comprese dove sarei andato a parare; scrollò il capo e fiocco il della berretta; mi minacciò con la

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