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— Che hai? — mi chiedeva Ortensia.
~ Finalmente! — risposi soltanto all’anima mia.
Finalmente potevam dirci che tutti sapevan del nostro amore. Però nessuno al mondo immaginava quanto ci amavamo!
Ma appena l’aria si fu rinfrescata io presi a braccio il cavalier Fulgosi (che era ancora insolitamente rosso e faceva complimenti a Marcella fin in Milanese) e lo sottoposi a un’inquisizione.
— Da chi aveva appreso che i Roveni eran già in viaggio?
Aveva la prova in tasca; e mi esibì un biglietto di Anna dattato da Milano e scritto press’a poco in questi termini: ‘‘Sul punto di partire per Genova e per altri lidi sento il dovere di ringraziarla di quanto fece per me, anche a nome di mio marito,,. Il marito aveva aggiunto di proprio pugno: ‘‘Saluti dal suo dev. Roveni „.
— In relazione?... Ecco: si era imbattuto in Anna un giorno, sotto la Galleria.... Essa gli aveva annunziato il suo imminente matrimonio:
Come evitare di mandarle un bouquet il dì delle nozze? Era stato lui, il cavaliere, a introdurla al Lirico....
— E dal giorno dell’incontro non s’eran più riveduti?
— No: in fede di gentiluomo!
— E quel giorno avevan parlato d’altro? dei Moser?
— Anna aveva chiesto: I Moser sono a Bologna, è vero?
(Il cavaliere ebbe una reticenza).
— Dovevo non dire di sì?
— Soltanto? Non aveva detto qualche cosa di più?
— Anna aveva domandato, sempre con aria di semplice curiosità: ‘‘Lei andrà a trovarli?,, Ed egli