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— Guadagna davvero, Guido — asserì Marcella.

— ....e Guido desidera assumersi lui il credito che avete voi con Claudio.

Me l’aspettavo!

— Capite? — interloquiva Marcella per aiutar la madre. — Non abbiamo più alcun timore per l’eredità.... La belva è amnansata. Senza sacrificio possiamo mettere in disparte qualche cosuccia ogni anno....

— Eccovi intanto cinquemila lire in contanti — conchiuse Eugenia porgendomi il pacco, e quindicimila in cambiali in bianco, con la firma di Guido e della signora Redegonda.

Che dire?

— Non vi offenderete.... — pregavano a una voce Eugenia e Marcella.

— Lo sa Claudio? — domandai.

— Sì, e trova giusta la cosa.

Allora dissi:

— Sia dunque fatta la vostra volontà! Ma vi dichiaro che non credo sia della signora Redegonda la parte principale di questa storia: è vostra, cara Marcella.

Ella rise, pur protestando:

— Ho detto la verità; credetemi.

Eugenia mi porse la mano.

— La restituzione della somma non ci sdebiterà con voi. La nostra gratitudine è anzi più grande perchè non ve ne avete a male.

Eh! altro che avermene a male! Accettando, affrettavo la mia felicità. Infatti Marcella preparava il secondo tiro; e si valeva questa volta del fratello per lanciare una bomba a dirittura.

Mino in quel giorno di festa passeggiava e correva per ogni parte con un libro (chiuso) in ma-