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di essere condannata a un’eterna tristezza. Quei fiori che abbiamo visti laggiù corale son belli!: ma non per me. Oggi è una giornata meravigliosa: ma non per me. Voi siete buono: ma non per me.... Ho nell’anima la vostra tristezza d’un tempo; la vostra disperazione.

Con le mani nei capelli esclamai:

— Adesso capisco tutto il male che ti ho fatto! — Vedevo la distruzione di quell’anima; irreparabile.

Meglio morire!

Oh morire tutti e due!...; travolgerla meco nel lago!...

Essa disse:

— A mio padre gli han confitto le spine nella fronte, ma poi gli han detto: sei una vittima. A mia madre le han gettato il fango addosso; ma lei lo ignora. Io sì che ho ingoiato tutto il fiele.... Come potrei amare? Che moglie, che madre sarei io? Che dovrei insegnare, io, ai miei figlioli? A odiare! Ho l’odio nel sangue, Carlo! Non posso più piangere.... E volete che ami!....

Travolgerla meco nel lago. Finire!

Di contrasto il pensiero mi ricorse a Eugenia.

— Tua madre.... Tua madre sa.... di me?

— Sa il bene che vi volli....

— Dunque anche tua madre benedirebbe il nostro amore!

Ortensia sembrò non udirmi. Immobile, tendeva lo sguardo, come perduto innanzi a sè, all’orizzonte. Il sole calava sanguigno e l’acqua ne rendeva quel rossore di sangue. A un tratto....

— Ortensia! — gridai — Ortensia! — l’invocavo ebbro di gioia. Non m’ingannavo!

I suoi occhi risplendevano dell’antica luce....