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ancora: con la coscienza tranquilla potei chiamarvi fratello.... Non avreste dovuto esser altro per me; non sareste più altro. Così avevate voluto voi un giorno, così vi ripetei. Lo stesso vi ripeto oggi.... Dunque che pretendete?

— Che tu mi perdoni.....

— Vi ho già perdonato.

— Non mi basta!

— Io ho per voi la gratitudine dì una sorella che vi deve più della sua vita!

— Non mi basta! — gridai affannoso, fuori di me. — Non mi basta perchè io t’amo come tu mi amavi un tempo; e tu devi amarmi come io ti amo! Per il mio amore devi amarmi; per tutto quello che m’hai fatto soffrire, e non sai; per tutto quello che t’ho fatto soffrire! Devi amarmi per queste lagrime; per le ferite che m’hai inferte oggi; per la debolezza che un tempo mi faceva temiere e desiderare la morte e per la forza con cui oggi ti chiamo alla vita! Io debbo la vita a te; ma tu non hai il diritto di togliermela: me l’hai data non solo a prezzo d’amore, ma di dolore! Quando l’esistenza m’era divenuta un peso inutile, per te riacquistai la facoltà di amare; ma appresi anche che c’è qualche cosa di più alto dell’amore: il dolore. Mi sollevò il dolore; mi diede forza il dolore, mi diede fede e bontà il dolore! Ecco perchè devi amarmi come ti amo, come mi amavi!

Scuoteva il capo. Senza guardarmi mormorò:

— Sono forse in preda di una malìa? Mi pesa sul capo una maledizione? Credetemi, Carlo! non posso più amare così; non sono più degna di essere amata così! Nel cuore alle volte mi par d’avere una pietra, un pezzo di ghiaccio; mi pare