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do m’accompagni oggi teco, come in un consenso d’amore, per l’anima di mia madre io ti giuro, Ortensia che t’abbandonai solo perchè il mio amore non ti rendesse infelice, perchè tu fossi un giorno sposa felice d’un altro!
Un sorriso o uno spasimo prevenne su le labbra di Ortensia, queste altre parole:
— Nè io nè Anna potevamo credere a tanta generosità, a una rinuncia per beneficenza! Io avevo desiderato di morire.... Avevo messo l’amore a pari della morte: non potevo metterlo a pari dell’interesse! E Anna.... Oh Anna spiegava le cose dal punto di vista della sua bassezza.... — Così dicendo chinò il viso e si strinse convulsamente le mani, per frenarsi. Ma non potè non soggiungere: — Io non l’ascoltavo, Anna; però l’udivo e le sue parole eran veleno che m’entrava nel sangue.... Voi credete d’avere indovinato qualcuna delle sue insinuazioni? Che! furono piccoli morsi, soltanto, nei primi mesi. Dopo, diventarono ferite che mi squarciarono il cuore.
Tacendo di nuovo Ortensia accrebbe in me l’impressione del suo strazio.
Ma d’un tratto, con l’eccitazione a cui già l’avevo vista abbandonarsi a Valdigorgo, proruppe:
— Sì: avete ragione! Dovete saper tutto! Il vostro giuramento accresce i miei rimorsi, ma c’è la vostra parte di colpa da chiarire! Anna — sentite — mi diceva: «Sivori ti ha abbandonata?» Non le rispondevo; scuotevo le spalle. Essa sorrideva. Eppoi, dopo qualche tempo: «Sivori è rimasto fedele a qualche antica fiamma». Il mio interrogarla, conoscere la verità a prezzo del mio stesso dubbio! E che ne sapeva lei? Avrei voluto