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scondermi; e non potevo più vivere senza vedervi. Era un amore in cui entravano molte fanciullaggini, molte sciocchezze, forse; ma in cui c’era anche dell’orgoglio, della fede. Non pensavo più che poteste sposarmi: ve lo giuro! Mi bastava sapere che voi mi amavate. Non so esprimere quel che provavo: c’era in me una vita diversa, più forte.... Io, tanto inesperta, ingelosivo del vostro passato, io dubitai di non amarvi abbastanza! Così vi amavo! E mi abbandonaste! Non aveste pietà di me.... Speravate che io vi dimenticassi?

Il martirio cominciò invece con la vostra partenza! Non trovavo ragione del vostro abbandono. Le parole che mi diceste di ritorno dalla messa erano state un pretesto.... Come potevate credere, voi, che io potessi amare un altro? Un pretesto! Forse voi non volevate per moglie una giovinetta? Ma voi mi amavate: l’avevo visto! Il nostro amore, l’amore come io lo pensavo non doveva avere paure o riguardi: era un pretesto anche la differenza d’età! Perchè dunque? Voi nascondevate il vostro amore ai miei; pareva un delitto.... Ebbi un dubbio....

— Quale? — domandai ansioso, con un brivido nelle vene. (Non era forse, un dubbio suscitato dalla calunnia di Anna: che io fossi stato l’amante di sua madre?...)

— Dubitai aveste, lontano, una donna amata.... Mi sarei uccisa di rabbia; ma anche questo sospetto cadde. Il mio amore era superiore a tutto; doveva essere il solo, il vero amore anche per voi; e avrebbe dovuto infrangere ogni vincolo. Ridete! Mi appigliai a un’idea stupida: che mi aveste messo alla prova.... Mia madre si maritò a diciott’anni; quando io avrei la stessa età, sa-