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maledicevano o dicevano: «gli sta bene!». Egli conobbe gli affronti indegni e gli scherni mal celati da conforti ambigui; provò l’amarezza d’impensati inganni; le punture velenose della mala fede; le umiliazioni dinanzi agli umili di ieri e dinanzi alla possente viltà dell’oggi; le insidie e la certezza del tradimento. Tutto questo Moser conobbe e provò, ma non perdè il suo nobile sorriso. Avvilito, affranto, fu visto sorridere e ristorarsi a una parola buona di un buono, riconfortarsi come ricuperasse se stesso alla stretta di mano d’un galantuomo. Io lo vidi sorridere così, quando egli aveva lo strazio nel cuore, la voce tremula e il tremito nelle labbra per la passione e per lo sforzo di trattenere le lagrime....

Sorrise staccandosi dalle mie braccia e mormorando con espressione d’immenso affetto per me: — Vecchio mio! — Ma egli, egli era tanto invecchiato!: incanutito; quasi del tutto aveva bianchi anche i baffi; la barba, non rasa da più giorni, rendeva più smorte le guance flosce.

Dubitosi a vicenda, di non contenere abbastanza la nostra commozione, cercavamo una frase per cui attaccar discorso, e tacevamo. Alla fine io dissi con aria di chi perdonando un torto ricevuto vuol passare ad altro:

— Ebbene?

E allora lui con l’aria di chi domanda schiarimento di una colpa, benché già perdonata:

— Come hai fatto, tu, a trovar quella somma?

La bugia era pronta da un pezzo:

— Un prestito....; un mutuo col Biondo.

Claudio si mise a sedere, abbassò gli occhi. Quanto più grande sarebbe stato il suo dolore se