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pa tua e del tuo Sivori io non avrò Roveni, ma tu non avrai Sivori!»

Nè c’era da meravigliarsi che Roveni avesse creduto a una donna spregevole anche per lui! Le anime triste hanno legami di reciproca fiducia pur quando sembrano avverse. Poi, nessuno meglio della Melvi, la quale fin da bambina capitava alla villa Moser, poteva malignare con apparenza di verità intorno all’antica amicizia di Sivori e di Eugenia. Poi, venne il giorno che Sivori abbandonò Ortensia, e ciò confermava la calunnia; persuadeva magari Anna stessa d’aver cólto nel segno! Ah verrebbe forse un altro giorno: quello che Ortensia imparerebbe il perchè io l’avevo abbandonata: perchè ero stato l’amante di sua madre! Tal giorno dovette parer prossimo ad Anna quando Ortensia respinse definitivamente Roveni.

Se non che costui non era solito a precipitare: aveva creduto alla calunnia, ma se ne varrebbe solo a tempo opportuno....

(Sfinito dai lunghi viaggi, dalle notti insonni, dalle battaglie di pensieri e parole, io m’ero gettato sul letto.

Ma mi contorcevo e dibattevo in questa rete in cui i miei nemici mi avevano preso).

....E mi ero dimenticato affatto, per lungo tempo, di Anna Melvi...! M’era uscito affatto dalla memoria quel suo: «Me ne infischio.... per ora!» Intanto l’altro sghignazzando mi ammoniva alla prudenza: «Giudizio! Non provocatemi in nessun modo; se no, rivelerò tutto a Ortensia». Questa la, minaccia che Roveni aveva sospesa sul mio capo, di una terribile vendetta avvenire.