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giuriato fui io; che credetti mio dovere non raccogliere le offese, e credo mio dovere non dar seguito alla vertenza per non compromettere due signore: (quella che il dottor Sivori si sente in obbligo di difendere e quella che io non ho l’obbligo di difendere, ma che mi fornì la notizia sgradita al dottor Sivori».

(Eugenia Moser e.... Anna Melvi!)

— Allora io ho detto — proseguì il giornalista — : Badi, signor ingegnere, che nessun articolo di nessun codice o nessuna signora di questo mondo tratterrà Sivori dall’assalirla pubblicamente, e la stampa riferirà l’accaduto. E lui: «In tal caso, trascinerò il dottor Sivori in Tribunale, e lo scandalo sarà più grande e più doloroso per una terza persona: il dottor Sivori sa quale».

Ortensia! Ortensia apprenderebbe ciò che si diceva dime e di sua madre!

— Dopo ciò, che si fa? — il giornalista mi chiese.

Ero annichilito! Ad ogni costo, dovevo evitar il pericolo di quella propalazione infame! Dovevo cedere alla minaccia.

— Dopo ciò — io dissi — voi vi sarete convinti che io ho a che fare con un mascalzonie furbo e pericoloso.

Ma il giornalista: — Io sono convinto che tu hai a che fare con uno che ha paura!

— Roveni — osservai sorridendo, per celare l’intima angoscia — è un formidabile tiratore a pistola.

Osservò l’ufficiale:

— Eh! credi non si possa essere tiratore formidabile e nello stesso tempo aver paura?