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anch’io con la ragazza di nascosto, come faceva chi portava la maschera dell’amico di casa!
— Tacete! — urlai sul punto di scagliarmegli addosso. — Non osate malignare, voi, sul mio affetto e su la mia condotta! Per spassarvela voi avevate Anna Melvi! Ortensia non le rassomigliava: a diciassette anni avrebbe già saputo frenare la vostra volgarità. Oh quando penso che dopo gli eccitamenti di un’Anna voi, chissà quante volte, avrete contaminato nel vostro pensiero.... — (mi arrestai con ribrezzo) — Ma appunto ciò fu quello che vi vinse! Ortensia era tanto diversa dall’altra!, dalle altre! Ve ne innamoraste troppo; come non avreste mai creduto, come non riusciste a celare nemmeno ai miei occhi; ed’ero cieco per voi, allora! Chi l’avrebbe mai detto? Venne il giorno che l’avreste sposata anche senza dote, Ortensia! Gli affari di Moser andavano male, ma non avevate più la forza di lasciar Valdigorgo. E non potevate immaginarvi che Ortensia vi rifiutasse; così buon partito! Finchè venne un altro giorno che Ortensia vi disse no, a dirittura. No, a voi! no a Roveni! Insisteste: fu peggio. Là volontà di una ragazza di diciassette anni era più forte della vostra voglia! L’amore diventò in voi una passione delittuosa; e dinanzi all’ostacolo ricorreste alle minacce.
— Verissimo! L’avvertii, la signorina, che potevo far molto bene e molto male a suo padre. Colpa sua se volle il male!
— E il primo passo fu quello di dissuadere i creditori dal compor la società: è vero?
— Sì! — Mi sfidava apertamente a proseguire sperando d’arrestarmi tosto, e rifarsi.
Proseguii: