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sico acuto, straziante; per esempio di un atroce dolor di ventre. Finchè aveva potuto ripetere a sè stesso: speriamo!, e immaginar prossimo il ritorno a una beata pace famigliare, egli era riuscito a illudere anche la sua Marcella e a mantener aperta la vena del buon umore: sopravvenuto l’evento a cui non trovava rimedio nel suo ottimismo e nella sua immaginazione, mi si presentò nell’aspetto tragico, alla sua maniera.

— Che è successo di nuovo? — esclamai io, davvero atterrito.

— Zitto! per carità!...

Marcella indovinava una nuova disgrazia e lui, con quella faccia, non sapeva più che cosa darle a credere.

— ....che Marcella non ci senta!

Poi con un fil di voce e le braccia penzoloni mi annunciò: — Moser.... è scappato!

Il mio telegramma da Molinella era giunto a Valdigorgo troppo tardi. Invano Eugenia aveva sperato che avvertendo Guido, Guido giungesse in tempo di veder Claudio al suo possibile arrivo a Milano, prima che prendesse altro treno;.... Nè si sapeva che via avesse presa.


XI.


Successione così precipitosa di avvenimenti e di fatti comprendeva fors’anche, per me, la corsa alla morte? «Altro il parlar di morte, altro il morire», diceva a dritto e a rovescio il signor Learchi sindaco di Valdigorgo; eppure io, atten-