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— Ah le spalline e vent’anni — sospirò il cavaliere allargando le braccia e invidiando suo figlio. Di suo figlio le donne andavan fanatiche anche al solo vederlo in divisa da collegiale.
— Si figuri che l’altra sera, all’ultima festa in casa De Mol...
Mentre narrava le figliali prodezze il cavaliere s’arrestava di tre in tre passi, compiacendosi che i suoi gesti oratori attirassero l’attenzione dei passanti. Tutti parevan chiedersi chi fosse quel signore elegante e nello stesso tempo austero. Un senatore, così giovane? O piuttosto un deputato? un presidente di Corte d’Appello, o un ex-ministro: un’eccellenza insomma? Ed egli diceva:
— ....La giovine signora del colonnello.... — Pieruccio era stato sul punto di sedur la moglie di un colonnello!
— Vede già la via per diventar generale — dissi io, indulgente.
— A proposito! — il cavaliere riprese. — C’era anche Anna Melvi in casa De Mol. Cantò deliziosamente.... Si fa; si fa! è una ragazza che si fa! La lanceremo!... E lei sa, dottore, che anche Roveni è a Milano? L’ho visto più volte, il bravo ingegnere.
Io m’affrettai a mettler da parte il «bravo ingegnere » preferendo il minor male. Meglio discorrer della Melvi.
— Badi, cavaliere, che la Melvi e una ragazza pericolosa.
Un altro sospiro venne su dal cuore e dal colletto di quell’apparente Eccellenza. Quindi:
— On ne badine pas avec l’amour. Ma io mi occupo di Anna solo per l’amore del-