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dubbio i capolavori del Biondo. Ne trassero una in mezzo alla stanza.... Ivi stavia il morto provvisorio.
— Zitto! — ripetè il vecchio — : che nessuno lo sappia! Ci fidiamo di lei; se no, ci ammazzano!...
— Per l’amor di Dio! — aggiunse la vecchia.
Aprendo, la cassa appariva vuota; ma il Biondo l’aveva costrutta a doppio fondo e nel fondo segreto era il morto: pacchettini di biglietti di banca nuovi nuovi; oro, argento, e anche cedole al portatore.... Uno spettacolo tutt’altro che funebre! Basti dire che tolto quel che mi abbisognava vi rimase abbastanza da non rendere inutile il doppio fondo della cassa.
— Zitto, per carità! — Ridevano sommessamente.
Ridevamo tutti e tre, proprio come se io fossi stato un loro figliolo a cui avessero fatto sì bella improvvisata.
Solo alla terza volta che rifece il conto della somma il Biondo spalancò le cateratte per veder bene il passaggio repentino di quella parte di sè stesso dalle sue alle mie mani; nè potè trattenere un sospiro.
Ma la cena fu gaia. Forse da un pezzo i vecchi coniugi non avevano cenato con cuore così pieno. Si comprendeva a veder in che modo mi guardavano, l’una di sottecchi e l’altro di sotto le ribalte, che il merito di quella gioia era mio.
Quando fui per partire il Biondo mi trasse in disparte:
— I quattrini.... sono per il signor Claudio, è vero!