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Speravo fosse questa, la via che affrettasse il fine della mia impresa.
Ma a quell’attestazione di stima e a quel ricordo il Biondo temè di commuoversi troppo e senza più muovere difficoltà sul cumquibus tolse dalla busta gli occhiali; li mise; li levò per tabaccare, prima, liberamente; li ripose all’estremità del naso; e lesse o mostrò di leggere l’obbligazione mentre, a, pausa a pausa e con le cateratte giù, diceva:
— Quel che posso fare lo farò volentieri per lei! Non me la scordo io quella buon’anima di sua madre.... E io, morta la mia donna, chi ci ho al mondo? Chi mi resta? (Non dubitava affatto che la Rita morirebbe prima di lui). Nessuno del mio sangue, mi resta; solo un nipote della donna, che farebbe patto col diavolo perchè morissimo d’accidente — salvo il rispetto — tutt’e due in una volta.
Ma a ridargli l’intero dominio di sè e la debita ponderazione ossia lentezza a trattar l’affare, occorse l’intervento della Pulicreta; la quale annunciava che la cena era pronta.
— Lasciateci stare quando si discorre d’interessi! — rimbrottò il marito, dimentico che l’affamato ero io e non lui. E s’addentrò in un lungo ragionamento, protestando anzitutto che — salvo il rispetto — i quattrini sono sempre quattrini, e proseguendo a contare le tornature del campo, e a stimar il prezzo delle tornature, e a sommar il prezzo totale, e a rifare e correggere quel benedetto totale.
— Nel valore del fondo c’è o non c’è la capienza per la somma che ti chiedo? — feci io, impaziente.