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mo, gli occhiali dal naso del Biondo caddero sul banco; e la rócca non si lasciava svincolare dal fianco della Rita (soprannominata Pulicreta per lode di pulizia). La Rita gemeva: — Gesù, chi si vede! — Io vedevo loro due sempre più invecchiati, ma sani e contenti; il marito con la berretta verde divenuta gialla e spelato il fiocco; con le anelline alle orecchie, la faccia paffuta, le palpebre cadenti, pesanti come foderate di prosciutto, e, sul pomello destro, i due bottoncini vermigli come coralli; la donna grinzosa, con le vene grosse quali corde alla gola e alle mani e 1 bianchi capelli ben pettinati. Sempre rispettoso, il Biondo intonò il solito: — Laus Deo! Ben tornato, padroncino! — E la moglie ripetendo: — Com’è bello! com’è arioso! — , si asciugava col dorso della mano un gocciolone all’occhio destro.

Furono spalancate le finestre della mia camera dal letto immenso; della camera di mia madre, sempre fredda da poi che rimase priva di quella voce; della camera da desinare, dipinta a righe bianche e azzurre che il tempo non discolora....

— Chissà che freddo là, nei paesi di dove viene! — mi diceva la Pulicreta facendo fuoco al caminetto.

— Il signor Claudio è da quelle parti anche lui? — domandava il Biondo; perchè essi non sapevano dimenticarsi di Moser, il quale non avevano più visto da quasi vent’anni e del quale mi richiedevano ogni volta tornavo a casa. Era uno dei loro ricordi più cari.

— il sempre quiel bel matto allegro?

La domanda del vecchio suggerì a me stesso