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mozione e la preoccupazione di un monito solenne: — Ortensia! — dissi — Per tutto quello che hai sofferto, che ti ho fatto soffrir io; per il bene che voglio a te e a tutti voi altri; per tuo padre e tua madre, ti scongiuro: non t’abbandonare alla disperazione, così; abbi in me, ora, la fiducia che non meritai in passato. È impossibile che io non riesca a sventar le trame di un birbante, perchè è impossibile che tuo padre non sia stato sempre un galantuomo! Resisti; tu sei forte!
E dando alla mia voce, alle mie parole tutta la tenerezza e la dolcezza che potei attingere dal mio amore:
— Solo, tu hai il cuore di tuo padre. Bisogna frenarlo, questo cuore, che la bontà fa pulsare troppo in fretta.... Mi prometti, sorellina, di confidare in me....; almeno un. giorno o due...? Via! Riceverai la buona novella.... Trionferà la giustizia; supereremo l’infamia di quell’uomo....
Non pianse; mi guardava stupita come non potesse credere alle mie parole e alla speranza che io dimostravo di esser creduto.
Poscia mormorò percuotendosi il cuore:
— Carlo! Carlo! non c’è più bontà qua dentro! C’è solo del male!
Io le accennai sua madre, che veniva verso di noi.
Le dissi, a Eugenia, che benchè Learchi mi fosse sembrato ostinato più di un mulo, il colloquio con lui mi aveva confermato nel proposito di recarmi subito dal curatore del fallimento.
Credevo d’aver trovata, una via....; e altre bugie pietose dissi, per confortarla.