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za del mio animo, della mia coscienza, di tutto il mio essere, e pronunciarla, questa parola? Dite! dite!
— No! Mai!
— E se con questa sola parola io potessi salvare.... potessi salvare l’onore di mio padre?
Risposi, freddo e sicuro:
— L’onore di Claudio Moser è al disopra d’ogni sventura e d’ogni vendetta!
Ma Ortensia sorrise con quella ironia quasi spasmodica.
— L’avete conosciuto bene, voi, Roveni! Credete che sia uomo da minacciare invano!
— Quando, come ti ha minacciata?
— Me l’ha detto.... e scritto, che ha tanto in pugno da far condannare mio padre.... per ladro! È lui, lui che non vuole che Learchi ceda perchè ceda io! Se io cedo, mio padre è salvo!
Ristette; congiunse, per scongiurarmi, le mani:
— Sivori...., Carlo...., dite, Carlo....: sono ancora in tempo! Debbo cedere?... salvar mio padre?
— Tu non gli avrai risposto.... — Questo dubbio mi affliggeva più che non mi afflisse quella affannosa preghiera. — Non devi cedergli. Mente! È un’insidia!
— No..., non gli ho risposto....; ma se arresteranno mio padre...., come un ladro...; se lo condanneranno.... per colpa mia...., io morirò....
Si compresse con la sinistra al cuore; e aggiunse:
— Non è meglio finirla? Tutte le speranze in Learchi non sono perdute? Bisogna preparar la mamma, a tutto....
Riafferrandole la mano io, con un’attitudine che esprimeva, di me, la sincera e profonda com-