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Ma egli retrocesse.
— Zitto! C’è mia moglie.... Se vuol spiegazioni, si rivolga a Roveni.... Io non so niente! Non voglio dir più niente! Non voglio saper più niente!... Un altro bicchiere, e amici più di prima....
— Altre due ciliege — pregava, la signora Redegonda sorridendo, ma con voce di pianto a vedere che avevo perduta la battaglia.
Non tutto era scoperto. Un’infamia mi restava da scoprire!
Ritornavo inveendo entro di me contro gli onesti che insultano impunemente all’innocenza e alla sventura, perchè fatti ricchi e potenti dalla fortuna e dall’abilità di commettere il male all’ombra della legge.
Ortensia mi venne incontro. Tacque a lungo poichè io le ebbi detto: — Non ho ottenuto niente per ora, ma....
D’improvviso si accese in volto.
— Com’è vile quell’uomo! Non capisce quell’uomo senza, cuore, nessuno capisce che non è la miseria che ci spaventa? che ci son patimenti più grandi che la fame? Vili! Non conoscono mio padre! L’ammazzano! È un assassinio!
Io mi provavo a quietarla, turbato da quella sua alterazione; da quella violenza di passione manifesta per gli occhi più che per le parole.
— Quietati — le dicevo — ; riparto subito per Milano e qualche cosa so di poter fare! Il tuo dolore è santo — aggiunsi — ma non bisogna esagerare.
Ella sollevò in me lo sguardo affievolito da una infinita tristezza.
— Ah Sivori! anche per lei (si corresse), an-