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metto tutto.... Che cosa pretendono di più? che ci rimetta anche il sangue? la pelle? l’anima?
— E la garanzia che lei desidera sarebbe....?
— La garanzia dell’ingegner Roveni.
— Ma che garanzia può essere quella di uno che non possiede niente?
— Garanzia che non nasceranno altri imbrogli. Mi basta! Ma se non ci fosse questo pericolo, degl’imbrogli, Roveni la farebbe la garanzia! E non la fa! non la fa! non la fa!
Me la cantava in musica battendo il tempo con la pipa: — Non la fa!
Il mistero mi pareva chiarito del tutto; sicchè la Redegonda sorrise fino alle orecchie per la luce che mi vide in faccia; scosse, sorridendo, il capo, per assicurarmi che adesso ero su la buona strada; sternutò e si soffiò il naso; accennò coll’indice al piattello delle ciliege, e uscì piano piano, lasciandomi libero il campo alla vittoria Procedetti:
— Il perchè Roveni non fa la garanzia è un altro! Non ha inteso dire anche lei, signor Innocenzo, che costui aveva pretensioni su Ortensia e che Ortensia l’ha rifiutato? È una vendetta! Si vendica della ragazza con la rovina del suo benefattore! Ecco che uomo è costui! E ha ingannato anche un uomo sagace come Innocenzo Learchi!
Due, tre copiose e formidabili boccate di fumo uscirono dalla bocca del mio interlocutore, in cui le ultime mie parole fecero un effetto del tutto contrario a quello desiderato. La lode di sagacia parve offenderlo più che l’accusa di essersi lasciato ingannare e, livido, stentando a frenar la rabbia con un ultimo sforzo di ipocrisia: