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sì; ma minchione! Un altro avrebbe intestato i beni nella moglie per mettersi al sicuro.... Lui, no. Così tutto andrà venduto....
— Tutto? — esclamai a questo, ch’era il colpo più forte.
Guido, indovinando il mio pensiero recondito, confermò:
— Anche la villa....; per dare il 60 per cento ai creditori.
Anche la villa! Impossibile! Perdere il luogo di dove egli, Claudio, attingeva l’energia della sua vita? dove soltanto egli trovava conforto e riposo? E Ortensia? Staccarla di là, Ortensia!...
— Il guaio più grande non è questo — proseguì l’amico, che nel suo egoismo e ottimismo pensava prima di tutto a sè stesso. — Il guaio più grande sai qual è? Mio piadre è rimasto scottato più di tutti ed è feroce anche contro di me e Marcella. Ne abbiamo una bella colpa noi se Moser l’ha ingannato!
— Moser — protestai di nuovo — ingannare? Eh via! La buona fede di Claudio è al di sopra d’ogni sospetto.
— Concedo — rispose Guido. — Ma con l’affare di Novara, l’anno scorso, mio suocero lusingò troppo mio padre; e mio padre ha fatto la figura d’imbecille a credergli. L’affare invece era magro; e crac!... Dicono che si sarebbe potuto aggiustare ogni cosa con la società....
A questo punto l’amico ristette d’improvviso, come chi s’accorge di correre a un inciampo.
— Perchè non si è fatto la società?
— Eh! i creditori ne son stati dissuasi da Roveni, sembra.... Dico sembra perchè è tutto un pasticcio! Roveni sarebbe creditore anche lui di