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— E verissimo! Il cavaliere dava lezioni a Anna in casa, sua, in casa della sua signora. Ma l’altro giorno egli osò.... permettere: ad Anna di stirargli un baffo, e apriti Cielo! La signora Fulgosi (Guido ne imitava le smorfie) giurò che se Anna tornava in casa sua, d’una gentildonna come lei, la lancerebbe anche lei: ma dalla; finestra!

— E Pieruccio?

— Tra pochi mesi Milano lo vedrà ufficiale. Sarà uno spavento in Galleria! Guido s’alzò per contraffare il tenente Fulgosi a passeggio in Galleria.

E il marmocchio faceva risatine e si provava di nuovo a dire: — Tivovi. — Finché egli cominciò a nicchiare; eppoi, a pena in braccio alla cameriera, a piangere.

Marcella si alzò per portarlo a dormire.

— Dunque Moser?... — chiesi subito a Guido.

— Non c’è che direi Moser è in cattive acque!

— Ma scorgendomi addolorato. Guidò cercò attenuare — Io però domando e dico: c’è proprio da disperarsi? da avvilirsi? da sospirare come fa Marcella? piangere? Benedetta donna! Non capisce che i lagni e i sospiri a me mi vanno alla testa, e che se debbo pensare sempre a lei non posso, di coscienza, esercitare la professione!

Una risata; indi riprese:

— Siamo giusti! Quanti non sono gl’industriali che falliscono? Invece son pochi quelli che, come Moser, offrono il 60 per cento ai creditori. Mio suocero sarà stato un pasticcione....

Volli protestare.

— Galantuomo sì; ma pasticcione! Galantuomo