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Ortensia non disse nulla; mi guardò; sorrise appena; trasse d’impeto nelle sue braccia Mino, che urlava piangendo:
— Voglio andare la Milano, con Sivori!
Come la carrozza svoltava dal cancello, scorsi quello sguardo lungo; che mi seguiva. Essa pareva tendere a me col fanciulletto, che sosteneva da un lato per vedermi...
Quello sguardo lungo, privo di lagrime, mi seguiva innocente e doloroso quale lo sguardo d’una vittima.