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ne vai press’a poco com’eri quando venisti da noi? Non è vero che abbi necessità d’andartene! La verità, è che dappertutto stai male! che neanche l’amicizia ti basta! che neanche Valdigorgo ti basta! Ma sei ancora in tempo per far l’ultima prova. Spicciati! Ammogliati!

— Se tu sei un galantuomo, e se io sono infelice, dovresti dirmi che sarebbe un delitto trascinassi una donna nella mia infelicità.

— Ma perdio! — egli gridò esasperato — : perchè sei tanto infelice?! perchè?

Gli avevo risposto quello che una volta sarebbe stata la verità piena e che piurtroppo adesso non ne era che parte:

— Perchè non ho nessuna fede.

E a reprimere il suo sorriso più di pietà che di scherno, avevo soggiunto:

— Io non sono come voialtri che sapete prenderla pel suo verso la vita! Voi sapete perchè siete al mondo, perchè lavorate, perchè soffrite, perchè amate, perchè godete.... Voi leggete nel vostro destino; nel mio, io non so leggere. Lasciami andare al mio destino: quello che è e quello che sarà.

— Il tuo destino è qui! — Claudio si era alzato in piedi; rosso di collera; si era battuta con la mano la fronte. — Qui! Nella testa! Altro che filosofia! Sai cosa ho da dirti? Che è peccato mortale volerti bene! Non lo meriti! Ti vogliam bene tutti; Eugenia, le ragazze. Mino; e per compenso, tu: «Lasciatemi andare al mio destino!» al Gottardo!

Dopo il quale sfogo la scena si era conchiusa con un fraterno abbraccio e con la mia promessa di tornar presto....