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mi piace di stane in una posizione falsa; perchè io debbo riguardi anche a Moser le non voglio si dica che, mentre mi dispongo ad abbandonarlo, gli innamoro la figliola senza avene la certezza assoluta di sposarla. La certezza assoluta! L’impiego che mi proongono non l’accetto: è vantaggioso; molto vantaggioso; ma non mi soddisfa del tutto. Eppoi: non voglio, non debbo abbandonare Moser finchè non si sia provvisto di un altro direttorne, o non abbia costituita la società.

Costui era un uomo! Io?... Mi sentivo umiliato, avvilito; ebbi di nuovo una smania impetuosa di riscuotermi, di svelarmi, di non restare inferiore a lui.

— La sua condotta, ingegnere, non merita che lodi. Suo solo errore è d’aver preso per sè un rimprovero che non era nelle mie intenzioni; che lei forse potrebbe riferire a me stesso.

Egli mi fissò come non era solito e come chi dubita d’aver frainteso.

Quindi disse (e io non badai che le sue parole non s’accordavano del tutto all’espressione da me attribuita alla sua occhiata):

— Lei pensa che io abbia dato retta alle chiacchiere di Anna? — E scrollò le spalle.

— Quali chiacchiere? — domandai. — Che io sono innamorato di Ortensia?

— E che Ortensia è innamorata di lei.

Se io mi lasciavo andare alla confessione del mio amore, non compromettevo Ortensia, per allora e per l’avvenire? Perciò sorrisi in modo che quel sorriso valeva una menzogna; e dissi:

— Lei non crede ne l’una cosa nè l’altra? Perchè?