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operai. Laggiù, coloro che informavano le crete agli stampi e la lunga fila delle carrette che recavano alla fornace il materiale pronto alla cottura: un’altra fila di carrette ne usciva con il materiale già cotto. Risonavano i mattoni nel venir scaricati e ammucchiati. Transitavano intanto, con fragore di ruote e tinnio di sonagli e voci di birocciai, le birocce di trasporto alla ferrovia.

La produzione era davvero grande. Come spacciare tanta roba?

— Ora Moser ha una buona ideal — disse Roveni mentre, deposta l’arma, rovistava su lo scrittoio. — Pensa di costituire una società in cui entrerebbero altri appaltatori.... Purché non v’entrino le piovre!

— Chi sono?

— Si capisce: amici; ai quali è costretto a ricorrere nei momenti d’angustia. Per il fondo di scorta non gli bastano certe volte i prestiti concessi dalle banche. E la piovra più insaziabile è il signor Learchi.

— Learchi!... — esclamai stupito. Che Learchi fosse stato un affarista, un tempo, lo sapevo; ma lo credevo.... in riposo. E apprendevo ch’egli strozzava il padre della sua futura nuora, quando gli si sarebbe dato, tutt’al più, del burbero beneficio!

— Com’è difficile conoscere gli uomini!

Ora che cerco di rappresentarmi Roveni quale mi si dimostrò in quel giorno, con ogni sua mossa e parola, ne ricordo la fuggevole occhiata alla riflessione con cui accompagnai, l’esclamazione di meraviglia. E ricordo ora che non di rado egli aveva di tali occhiate, le quali sembravano sfuggirgli, per quanto fosse padrone di sè,