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— Però tu hai detto: «anche lei!» Dunque molti lo dicono, e io non lo sapevo! Io non sapevo quel che sa il cavalier Fulgosi!

— Non è vero! Non è vero! — esclamò battendo i piedi.

Ed io a insistere, immiserendomi nel mio stesso affanno.

— Vero o non vero, io non lo sapevo!

Stette zitta un po’, e poi disse:

— Senta: lei mi rimprovera che non rifletto, che sono sventata.... Ha ragione. Ma lei di me ha molta stima; ha molta fiducia in me; ne sono sicura! Non sono come Anna io, per lei!... Bene! A venirle a dire: Sa? Dicono che Roveni vuol sposarmi....; non è vero ma, lo dicono....; a venirle a dir questo, mi sembra anche adesso che sarei stata come Anna. Anna avrebbe potuto dirle così, e ridere. Io no; io non ho potuto! Mi crede? Non ho potuto! Non so spiegarmi, ma mi pareva una cosa sconveniente. Ah se fosse vero quel che dicono; se Roveni mi facesse la corte (nella frase di prammatica arrossì, rivelandomi in quel pudore gentile forse la miglior ragione del suo silenzio).... se fosse vero, gliel’avrei detto subito. Ma non è vero! — ripeteva alzando ogni volta più il tono della voce — ; non è vero! non è vero! E vuol sapere il perchè non è vero?

Io non avevo ancora assentito che già ella si correggeva:

— Non posso dirglielo, il perchè; è un segreto.

— Un altro segreto — mormorai.

— Non mio: della mamma. Ma via! a lei si può confidare. — Susurrava:

— Presto, quest’altr’anno forse, Roveni se ne