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Ortensia mi ha innamorato Pieruccio.... Capisce? Per esserle più vicino col pensiero viene qua di notte! Poverino! È una passione terribile! A diciassette anni.... Che passione!

Io contenevo a stento un commento sarcastico. Ella proseguiva:

— A vederlo immobile là, sotto la finestra di Ortensia, non mi è rimasta una goccia di sangue nelle vene. Meditava il suicidio?... Gli ho detto, accostandomi a poco a poco: «Torna a casa con la tua mamma»; e lui, poverino, mi ha seguita come un agnello.

Colsi la pausa, che la commozione imponeva per suggerire:

— Lo allontani.... Guarirà presto.

Ma la signora m’investì quasi a un affronto:

— Guarirà presto?! Presto?! Ah lei non sa che cosa ha fatto appena a casa!... Una frenesia! un orrore! È nervoso come me.... Improperii, bestemmie, maledizioni: anche a lei, dottore!...

(....Poco male!)

— ....Maledizioni a tutti: Anna, Roveni, Guido, Moser. Non riuscivo a quetarlo! Ha fracassato le seggiole, ha rovesciato il tavolino, ed è andato in terra, in frantumi, il portafiori!: un portafiori di Boemia stupendo, magnifico!, dono di mia zia, la De Mol.... Ha minacciato fin suo padre, che è accorso...; e anche la cameriera!

(....Come non ridere?)

— Allontanarlo, lei dice? È la mia idea. Subito! Domani! Lo manderò da suo zio, mio fratello, il colonnello De Mol, a Varezze.... Bel sito, Varezze! Ci son molti villeggianti e ci si divertono. Ma mandarlo con chi, Pieruccio? Con suo padre?