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ducendo con Eugenia non so che pretesto, venne da me per parlarimi in segreto. Aveva gli ocelli fuor del capo, come spesso; il viso pallido come sempre, e più del solito il tic delle palpebre e le raggricciature del naso. Sobbalzando con le parole dietro le idee precipitose, quelle sue smorfie rappresentavano gli sforzi per trattenere il filo delle idee e la furia delle parole, mentre accrescevano l’espressione dell’aspetto tragico.

— Ah dottore, dottore! — cominciò affannosa e tremando — . Mi aiuti lei! mi consigli!

Dubitai che in un accesso isterico avesse sofferto di qualche nuovo malanno, e stavo per ricordarle che non esercitavo la medicina. Ma ella esclamò: — Pieruccio! — ; e recò le mani alla fronte, contro i capelli, disperatamtente.

— Che passione! Il mio Pieruccio..., questa notte.... — proseguiva piano per aumtentar l’enormità del fatto — , questa notte è uscito di casa! Fuori di casa, la notte! Me ne sono accortai io!... Mi son gettato uno scialle indosso e l’ho seguito. Immagini una povera madre, di notte, per la strada, a quel modo, rasentando la siepe per non esser vista....

Si è fermato qua, di fronte alla villa, proprio dove sta Giovannin il cieco, e pareva aspettasse.... Immagini, dottore, immagini la mia angustia! Pensavo che la finestra s’aprisse; che Ortensia gettasse le chiavi del cancello.... Che scandalo! Sarebbe stata una sciagura per tutti!...

— Ma la finestra è rimasta chiusa, — feci io sorridendo, certo.

— Sì.... Avrò avuto torto di pensar male della ragazza.... Ma troppa libertà! troppa libertà, dottore! Le ragazze in Inghilterra godono di molta libertà, ma si educano in altro modo.... E intanto