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giù dagli abiti, certe grosse formiche alle quali avevamo distrutta la casa.

E si lavorò così faticosamente, spinti dalla speranza che al di là del canaletto, il quale incominciava ad allargarsi tondeggiando, ci fosse una terza e forse più bella marmitta.

Ma la stanchezza ci vinse, riposammo un poco sull’erba, e, poi che il tramonto era imminente, si riprese la via del ritorno.

Tuttavia la fatica e l’opera nostra non era stata perduta e se qualcuno, seguendo il consiglio della guida in fieri, o le indicazioni da me fornite, visiterà le marmitte, o cercherà la grotta dei quarzi, si ricordi, con una certa riconoscenza, del professor Besta che ha diretto, del dott. Koderman e del brigadiere d’Alatri che hanno sudato, e, se non gli par troppo, anche di chi ha descritto, e prepreventivamente ringraziando, sorride.