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lando, e abbozzò un segno di croce, rotto a mezzo dalla mano del pittore, che le afferrò l’avambraccio dicendole concitato:

“Non è il diavolo... sono io... spogliati!”

L’altra lo guardò, riconoscendolo, e fece per dir qualche cosa: le mancò il tempo.

“Vieni fuori un momento! spogliati, non piove ancora, vedi? non piove! Ho bisogno di te, proprio... Oh se tu mi potessi capire!...”

Marianna reagiva, spaventata molto, ma più dominata dalla voce, dagli occhi del pittore; riuscì a balbettare:

“Ma... ma... se il curato... e se passano...”

Un lampo guizzò più fulgido, abbagliando.

“Vedi, vedi là?” ansò il pittore che la cercava sul petto, per aiutarla a spogliarsi, “io devo riprodurre il lampo nel mio quadro, e tu sei in mezzo alle roccie, investita dalla luce.. fra le nubi... Ma non le capisci queste cose, è possibile che non le senta?... Butta via la camicia... fuori, fuori... Ti giuro, non piove!... Santino? oh! non torna. Venisse?! Ci penso io, lo prego io; comando io...”

Marianna reagiva più debolmente.

“Se anche ti bastonasse! che c’è? Le pigli, ma tu... tu sei un simbolo... Tira giù questa camicia...Sei tutta l’umanità, capisci!?... e molti, tutti sapranno il tuo sacrificio!”

La strappò fuori, spingendola affannandosi, con parole mozze.

La poveretta si guardò attorno, cercò di indovinare giù il sentiero, timorosa di cogliere qual-