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VI.


Cercai la porta, perchè non si poteva più respirare; il fumo delle ginestre verdi, con le quali s’era tentato di accendere il fuoco, aveva preso possesso della baita, svolgendosi in volute azzurre e pesanti: pure, chino sulla piccola fiamma, soffiando come un mantice, uno dei pittori tentava ancora di spuntarla, indirizzando, tra uno sbuffo e l’altro, le maledizioni più eteroclite al fuoco, alla legna, all’acqua ed... ai celicoli.

Ma, appena sull’uscio, dopo di essermi battuta come al solito la testa, fui investito da un’aria tanto frizzante, che credetti cosa migliore ricercar tastone la piccola panca di legno, liberarla in un angolo e sedermi.

Intanto il pittore Prada, dopo aver lanciato un’altra mezza dozzina di moccoli, era riuscito ad accendere due o tre pezzi di legna grossa, che, umida e corrosa, mandava più fumo della verde. Il paiolo (nel mattino aveva servito a cuocere la pasta col latte e non era stato ripulito per man-

G. Nolli. In Valmaleneo — 4