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di pericoli, di morte e bellissimo ancora per distese verdi e per margini in fiore...

Discendo dal varco, e, mano mano, l’orizzonte si restringe e la sensazione infinita di grandezza scema: il presente non assorbe più ne il passato nè l’avvenire.

E la storia di questa regione mi passa a volo nell’anima!

Io vedo, nell’alba lontana della nostra civiltà, uno dei primi popoli italici, gli Etruschi, rifugiarsi su queste alture per isfuggire al dominio dei Galli: poi l’epoca romana; i nomi stessi dei luoghi, sparsi laggiù fra le pendici, a specchio dei laghi, sono testimoni della sua grandezza!

Chi di noi non si commove passando per la via Julia, per il colle del Septimer, per la vai di Druso; e sopratutto udendo il dialetto indigeno, che ritiene la dolcezza fluida e pastosa della lingua latina?

E più innanzi nella storia, ecco il medio-evo!

Crociati e pellegrini, mercanti e guerrieri, tutti, per la via Julia, venendo dal Reno passarono di qui diretti a Venezia, alla Grecia, all’Egitto, alla sacra Gerusalemme.

Nei tempi moderni, quando Grigioni e Valtellinesi combatterono alcune delle più aspre guerre che la storia ricordi, i confederati delle tre leghe, ancora per irrompere in Italia, percorsero questa strada e valicarono questi monti, portando lo sterminio e la desolazione nei paesi soggiogati.

Un’aureola di gloria, e una gora purpurea di sangue avvolgono questo ridente lembo del mondo,