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Dunque il cammino era stato inutile?
No!
La nube non s’era lasciata toccare, ma il poeta, a cavalier del varco, rivolgendosi alla forma pellegrina ed aerea aveva potuto prorompere con sincerità pari all’entusiasmo:
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Bello salir la montagna con simili strofi nell’anima, che fanno più larga e comprensiva la visione della vita e del paese!
Bello anche per chi s’arrampica, non per toccare il suo sogno, la sua nube; ma per ammirare e comprendere il grande sogno degli altri.
E fui io pure a cavalier del Muretto e vidi giù, dalla parte opposta, la scarpa dirupata, il grande nevaio di Pian Canino, la selva e poi dietro tutta l’Alta Engadina con i suoi laghi azzurri e palpi-