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sciocche leggende, che non vi rispettano neppure nei riposi freddi dell’al di là!

Se i bimbi, nel sentirsi narrare accanto al fuoco le vicende di scheletri che un giorno ressero delle persone gaudenti, tremano e corrono col pensiero alla valle Antognasca, pervasa in certe notti da apparizioni, da ansiose ricerche di fantasmi e da fluttuar bianco di drappi; noi, invece riflettiamo all’inutilità delle leggende, e al danno ch’esse possono arrecare nella formazione dei caratteri, e nel preparare alla vita.

Non distruggiamole però; modifichiamole, correggiamole: gli scheletri rivivano pure in esse, ritornino a notte, ma per compiere qualcosa di buono, di grande, di santo; non per maciullare confetti o dirupi! molto meglio sarebbe, in quest’ultimo caso, lasciarli al palcoscenico, dove per lo meno il loro apparire a mezzanotte significava: “giustizia!”