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a te, che, discendendo sotto il grande arco di verde, ho desiderato compagna in una casetta sopra il dosso di Primolo, in mezzo a un bisbiglío di bimbi e a un tintinnio di stoviglie: anche a tutte le comitive, spensierate, che si fermano ai piedi del monte, guardando in su e scolorando, anche alle altre, ferrate, che trasvolano sui picchi, a chi vinse le tue montagne, o Valmalenco impareggiabile, a chi fu vinto da esse riescano grate queste memorie, in cui ho voluto la forza, la dolcezza, la poesia, i fiori e tutta l’anima tua.