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XV.
“Mi tieni il broncio?”
La voce chiara e femminile mi fece volger la testa.
Dietro me, sbucata dal folto della macchia verde, stava Ninì con vezzo timido e birichino. Ella abbandonava lungo i fianchi le braccia morbide, e le mani si allacciavano per l’intreccio delle dita, languidamente, come troppo stanche; il viso, dall’ovale lungo e perfetto, era un po’ reclinato in avanti, ma gli occhi, d’un azzurro vivo, balenavano volti in su per guardarmi, e la bocca, fine, piccola, rosea, con un’increspatura maliziosa negli angoli, pareva lì lì per ischiudersi e fremere in una risata argentina.
Di tra il verde un raggio di sole veniva a indorarle i capelli biondi.
Ella ripetè, imitando i bimbi piagnucolosi:
“Mi tieni il broncio?”
G. Nolli. In Valmalenco - 10 |