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anche si spense nella tua pupilla
la luce e in cuore mi morì quel primo
accenno a dir non so che dolce cosa...
... E trepidò d’intorno a noi la grande
madre natura e tentennò nel vento,
disapprovando, i suoi frutici verdi,
il Mallero ondeggiò le spume come
garrulo perseguirsi di più lingue
candide, cinte d’iridi e vapori,
ed anche il cielo ebbe i suoi trilli, eppure
noi non parlammo. Io ti serrai la mano
nella mia mano, non perchè tra i sassi
e tra gli sterpi correa giù la strada;
ma per sentire se la tua tremasse,
almeno un poco; e perchè tu guardassi
verso di me, con scintillio d’amore
nelle pupille, che dicean le dolci,
dolci parole che non so, ma pure
lessi, e nel fuoco del mio cuore incisi.
Fu la tua mano alla pressione dolce
abbandonata senza alcun tremore,
ed in sua vece trepidò la mia
quando sentì dentro la palma, chiuso
il tepor della tua man di velluto;
fu la vampa del mio viso, che a un tratto
impallidì come la spuma urlante
del Mallero che sotto prorompea,
poi che tu, senza riguardarmi, come
anelava il mio cor, ti sei disciolta,
correndo giù, giù tra le rupi e il verde.
A me rimasto in mezzo ai rovi, ai sassi,
giunser le risa e la tua voce attesa