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parola VIC, non è agevole il saperlo; e però sarebbe desiderabile che si trovasse qualche Edipo sagace, che potesse ben interpetrarla. Nessun’altra moneta dinastica del medio evo, per quanto noi ci sappiamo, presenta questo monogramma o epiteto di VIC se non che quella de’ Visconti (vicecomites) di Milano, come è noto ai nummofili. Il mentovato archeologo principe di S. Giorgio, rifiutando ragionevolmente l’ibrido significato di VICedux congetturò essere miglior lezione quella di VICerosissimus DVX. « Per le quali cose (ei scrisse) risultando incongruente la lettura Vicedux1, devesi stimare comprender questa parte dell’iscrizione due distinti vocaboli, siccome in fatto lo sono nella leggenda. Assai difficile però è il compimento del VICE; in tanta difficoltà inchinammo per Vicerosissimus, vocabolo che secondo il dichiara il Ducange (Glossar. med. et inf. Latin.) per Dilectissimus, ut viscera amantissimimus ci parve molto acconcio al narrato della sua storia ecc.2» .

Senza ammettere la interpretazione del VICE, già data dal prelodato nostro Archeologo, ci sembrerebbe assai più facile la spiega, se abbiasi ad intendere tal

  1. Nelle carte amalfitane di quel tempo di Repubblica, non trovasi nessun rappresentante di essa qualificato del titolo di viceduca. Il doge regnante prendevasi sempre nel governo un suo figliuolo per collaterale, ed entrambi si appellavano indistintamente Duces Amalfiae, siccome si scorge in tutte le scritture e diplomi di quell’epoca.
  2. Dom. Spinelli principe di S. Giorgio op. cit. pag. 256.